Craniostenosi
Cause :
Le cause
determinanti la craniostenosi sono la nascita prematura del neonato con
gestazione inferiore alla trentasettesima settimana, il peso del neonato alla
nascita inferiore a 2500 grammi, una gravidanza multipla o la nascita del feto
postmaturo. Altre cause riscontrate possono essere l'ipertiroidismo, il
rachitismo, la mucopolisaccaridosi, la talassemia, l'anemia falciforme, o la
microcefalia; inoltre, alcune sostanze possono determinare l'insorgere della
malformazione, quali la idantoina od i retinoidi. Anche la iatrogenesi è
considerata una causa della craniostenosi.
Alcune decine di alterazioni cromosomiche, che
avvengono durante la gravidanza, causano l'insorgere della craniostenosi.
Ulteriori alterazioni sono ritenute la causa delle cosiddette craniostenosi
sindromiche. Nel 20% delle craniostenosi la causa è riscontrata nella mutazione
di uno dei geni codificatori per uno dei tre fattori di crescita dei
fibroblasti (FGFR1, FGFR2, FGFR3), mentre il gene TWIST è talvolta presente nei
pazienti affetti dalla sindrome di Saethre-Chotzen
Craniostenosi
primarie
Le
craniostenosi sindromiche comprendono la sindrome di Apert, la sindrome di
Crouzon, la sindrome di Pfeiffer e la sindrome di Saethre-Chotzen.
La sindrome
di Apert
Presenta una craniostenosi bicoronale ed è
associata ad un rischio d’ipertensione cranica piuttosto elevato. Alla nascita
i segni clinici sono: fronte curva con bozze frontali, volto piatto, radice del
naso schiacciata, sinidattilia dita delle mani e piedi, fontanella
larga/ritardo chiusura, strabismo, palato stretto, anomalie della trachea,
pollice e alluce bifido, ritardo mentale e psicomotorio, e talvolta epilessia.
La sindrome
di Crouzon
E’ associata
a segni clinici quali: l'ipertelorismo, i denti malposizionati, l'esoftalmo, le
arcate sopraorbitali piatte, lostrabismo, la retrognazia, le labbra prominenti,
il palato stretto e l'ipoplasia mascellare.
La sindrome
di Pfeiffer
Si presenta in tre varianti. Generalmente
nella prima tipologia il neonato presenta ipoplasia della parte media del volto
ed anomalie a mani e piedi; questa variante non determina ritardo mentale.
Nella seconda tipologia il cranio assume una forma a trifoglio e sono presenti
protposi, deformità a mani e piedi, complicanze neurologiche e sviluppo
tardivo.
Nella terza tipologia può essere riscontrata
una sovrapposizione delle due tipologie precedentemente presentate. I segni
clinici sono: zigomi piatti, ptosi, pollice bifido, fronte alta, ipertelorismo,
radice del naso larga, mani corte, sinidattilia dita mani e piedi, simfalangia
delle dita, palato stretto, collo corto.
La sindrome
di Saethre-Chotzen
Presenta una
craniostenosi di tipo coronale. I segni clinici sono: fronte alta,
ipertelorismo, ptosi, sinidattilia delle dita dei piedi, fontanella
larga/ritardo di chiusura, strabismo, palato stretto, denti malposizionati,
mani e piedi corti.
È stato riscontrato inoltre che il gene TWIST
è in molti casi coinvolto nella sindrome.
Diagnosi
La presenza
di asimmetrie nella struttura cranica sono spesso indicative di una
craniostenosi. Talvolta la diagnosi può essere resa più difficoltosa a causa di
tre diverse craniostenosi, ovvero quella della sutura sagittale, quella della
sutura coronale e quella della sutura metopica. È importante per il pediatra
essere a conoscenza di eventuali alterazioni craniche o sindromiche nella
storia della famiglia del bambino e verificare che il bimbo non presenti
malformazioni anche ad altri apparati od organi. Qualora si sospetti fortemente
una craniostenosi è necessario eseguire una TAC associata ad un esame
radiologico del cranio. Nei casi in cui siano riscontrati un posizionamento
anomalo del capo ed una sinidattilia delle dita di mani e piedi è necessario
optare per una diagnosi differenziale.
Terapia
La terapia
consiste in un intervento chirurgico atto a correggere e rimodellare la
struttura cranica. È importante che l'intervento venga eseguito entro il primo
anno di vita del bambino, fra i quattro e gli otto mesi, onde poter utilizzare
la capacità plastica della crescita cerebrale e la rigenerazione ossea interna
della dura madre; inoltre, l'intervento precoce consente di ridurre il rischio
di traumi cranici.
Mentre nei casi di craniostenosi primaria è
necessario un solo intervento, nelle craniostenosi sindromiche è necessaria una
successione di più interventi chirurgici.
L'intervento
chirurgico consiste in un'osteotomia fronto-parieto-occipito-temporale
bilaterale che consente l'asportazione della sutura chiusa. Ciò consente di
ampliare gli spazi suturali, incrementando il diametro biparietale e
normalizzando le curvature craniche.
Laddove necessario, è anche possibile
rimodellare la volta cranica e le regioni occipitali e frontali. I risultati
sono ottimi sia sotto il profilo estetico che sotto quello funzionale,
specialmente nei casi di craniostenosi sagittale.
I rischi
legati alla terapia sono, oltre a quelli comuni legati all'uso di anestetici,
l'insorgere di emorragie, l'embolia polmonare, eventuali infezioni e la perdita
di liquido cefalorachidiano.