mercoledì 1 maggio 2013

Tatuaggi Giapponesi:


Tatuaggi Giapponesi  Irezumi




La storia

I Tatuaggi giapponesi, utilizzati per scopi spirituali e decorativi, si pensa risalgano addirittura al periodo paleolitico, o Jōmon ( 10.000 a.c.). Nel periodo successivo denominato Yayoi ( 300 aC-300 d.c.), i disegni realizzati assumevano sia un significato spirituale.
A partire dal periodo Kofun (300-600 d.c.) invece, il tatuaggio ha cominciato ad assumere una connotazione negativa; cominciarono infatti ad essere visibili solo sui criminali, come una sorta di simbolo identificativo.
Fino al periodo Edo (1600-1868 d.c.), il ruolo dei tatuaggi nella società giapponese non è mai stato del tutto “connotato”, Il marchio sulla pelle veniva ancora utilizzato come punizione, ma una corrente filosofica inizia a prendere piede lentamente e iniziano a comparire tatuaggi al solo scopo decorativo.
E’ proprio nel periodo Edo, che il tatuaggio decorativo giapponese comincia a svilupparsi nella forma d’arte che conosciamo oggi.


Furono i decoratori del legno a cimentarsi per primi nella professione del tatutore, utilizzavano infatti molti degli strumenti necessari alla lavorazione del legno per decorare i corpi umani. Possedevano un unico tipo di inchiostro, il Nara nero, l’inchiostro che notoriamente assume una colorazione blu-verde una volta iniettato sottopelle.

All’inizio del periodo Meiji, il governo giapponese, che voleva tutelare la propria immagine e fare buona impressione sull’Occidente, vietò categoricamente l’utilizzo di tatuaggi e gli irezumi assunsero connotazioni legate esclusivamente al mondo della criminalità. Tuttavia, l’antica arte non si arrestò mai e continuò a proliferare ai margini della società. Il tatuaggio è stato finalmente legalizzato e liberalizzato nel 1948, pur mantenendo la sua connotazione legata alla criminalità.




I tatuaggi tradizionali giapponesi vengono associati con la yakuza, la tristemente nota mafia giapponese, e molti esercizi pubblici in Giappone vietano l’ingresso a persone tatuate.

Gli Irezumi ai giorni nostri

Anche se, a causa dell’influenza occidentale, i tatuaggi hanno guadagnato popolarità tra i giovani, c’è ancora molta diffidenza nei loro confronti. A differenza di altre culture, anche il solo trovare un negozio di tatuaggi può risultare molto complicato. Gli studi sono prevalentemente collocati in zone limitrofe, spesso vicini a strutture militari straniere.
Oggi, il tatuaggio continua a non essere visto di buon occhio. Persistono i divieti di esporli in molti luoghi pubblici come bagni e sorgenti termali. I metodi di realizzazione sono pressocchè identici a quelli che conosciamo in occidente. 



Vengono realizzati prevalentemente con le macchinette elettriche e, a differenza dei tradizionali irezumi, in cui è lasciata la maggior parte del processo decisionale all’artista, anche in Giappone i clienti possono portare un disegno del tatuaggio desiderato o possono concordare il soggetto direttamente in studio. Solo gli irezumi vengono ancora realizzati con metodi tradizionali, e solo tatuatori specializzati sono autorizzati a cimentarsi nell’antica arte.



Il processo nella creazione di un tatuaggio Giapponese

Un tatuaggio irezumi richiede un processo molto doloroso, un tempo di lavorazione molto lungo e generalmente un’ingente quantità di denaro. Per dare un’idea possiamo dire che un tipico tatuaggio che copra braccia, schiena, parte superiore delle gambe e del torace, può richiedere da uno a cinque anni, con una seduta ogni settimana, e il suo costo può superare abbondantemente i 25.000 euro. Il soggetto è accuratamente discusso tra il professionista e il cliente, l’artista propone la sua idea e si riserva sempre il diritto di non accettare il lavoro. Se si trova un accordo cominciano i lavori con la definizione dei contorni, generalmente vengono fatti a mano libera, senza l’utilizzo di stencil.




Quando il contorno è completato si passa al disegno delle ombre e della colorazione, in visite settimanali. Al termine dei lavori l’artista pone la sua firma, generalmente sul retro, in uno spazio appositamente riservato.




Ecco un glossario dei termini dei tatuaggi giapponesi

Irezumi: tattoo
Horimono: letteralmente scultura, incisione
Horishi: un artista tatuatore
Bokukei: punizione (tatuaggio utilizzato come marchiatura).
Tebori: tecnica del tatuaggio a mano.
Hanebori (letteralmente scolpire con una piuma): una tecnica manuale che utilizza un movimento simile al movimento delle piume.
Tsuki-bori: tecnica manuale che utilizza un movimento a pressione.
Kakushibori: tatuaggio realizzato in zone “nascoste” del corpo.
Kebori: tatuaggio realizzato con linee sottili.
Sujibori: la sagoma del tatuaggio.
Shakki: gli aghi.
Yobori: “Yo”: Il termine comune per il tatuaggio fatto con la macchina elettrica.
Sumi: L’inchiostro usato per tatuaggio.
Hikae: indica un tatuaggio eseguito sul torace
Nagasode: tatuaggio sul braccio o polso
Shichibu: tatuaggio sull’avambraccio
Gobu: tatuaggio realizzato al di sopra del gomito







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