La nostra pelle non è
ben attrezzata per sopportare i rigori dell’inverno come quella di altri
animali, fornita di peli, piume e altre strutture per fronteggiare le basse
temperature”. Il nostro sistema principe per difenderci dal freddo e mantenere
la temperatura corporea stabile è solo la vasocostrizione: quando la colonnina
di mercurio scende, infatti, nella cute si ha una contrazione delle arteriole
periferiche e quindi una deviazione del flusso sanguigno verso l’interno. In
questo modo, si limita la dispersione di calore all’esterno e si preservano gli
organi nobili interni (cervello, cuore, intestino) ma a scapito della cute
stessa, che viene in qualche modo depauperata dal normale apporto circolatorio.
Geloni & co.
Tuttavia, quando il
freddo è particolarmente intenso, in alcuni soggetti predisposti, questo
meccanismo di difesa rende la circolazione periferica e cutanea ancora più
precaria. Ecco allora che le temperature rigide possono favorire la comparsa di
reazioni cutanee anomale, ben noti disturbi della pelle come i geloni o la
couperose, legati a un deficit del microcircolo periferico.
“I geloni” colpiscono
soprattutto le donne giovani, per lo più sulle dita delle mani e dei piedi. Si
manifestano come noduli o tumefazioni arrossate, piuttosto dolorose e a volte
pruriginose, che nei casi più gravi si trasformano in bolle epidermiche.
Nel
caso della couperose, sono soprattutto gli sbalzi di temperatura a fare da
fattore scatenante: la continua alternanza tra vasocostrizione e vasodilatazione,
quando si passa dal freddo al caldo e viceversa, obbliga i capillari epidermici
a una continua ginnastica che alla lunga li sfianca, e porta alla formazione
della caratteristiche e antiestetiche teleangectasie.
Pelle secca, nemico numero 1
Ma al di là di questi
disturbi, in tutti i casi il problema numero uno che la pelle deve affrontare
nei mesi invernali è il drammatico aumento della secchezza cutanea. Un
inconveniente che in qualche modo è legato, seppur in modo indiretto, alla vasocostrizione
conseguenza delle basse temperature.
L’idratazione della pelle dipende dal
mantenimento della barriera idrolipidica cutanea, una struttura formata dalle
cellule morte dello strato corneo, dal sebo e da altri lipidi che impregnano e
impermeabilizzano il tutto. Il freddo ne compromette l’integrità riducendo
l’irrorazione sanguigna e il nutrimento della pelle.
Ciò da un lato rende meno attive le ghiandole
sebacee, dall’altro riduce la produzione di lipidi, tra cui le ceramidi, da parte
delle cellule epidermiche. Il risultato? Un assottigliamento del film
idrolipidico protettivo e un aumento della perdita d’acqua dall’epidermide. E,
dunque, cute inaridita, disidratata, che si screpola facilmente. Un effetto
tanto più grave sulla pelle del viso, particolarmente sottile e delicata, oltre
che più esposta all’aggressione degli agenti atmosferici.
I trucchi per difendersi
E allora, come proteggersi?
Nel caso dei geloni, dato che il problema ha una base vascolare, al di là dei
farmaci specifici (peraltro non molto efficaci) è importante prevenire. Primo,
evitare tutto ciò che può danneggiare in vario modo i vasi e la circolazione.
Per esempio il fumo, che ha un effetto vasocostrittore e poi coprirsi
adeguatamente. Dunque, largo a cappelli, guanti e calze di lana per proteggere
dal freddo le estremità, che sono le zone più colpite.
Anche un’alimentazione
adeguata può servire. Cibi ricchi di sostanze ad azione vaso protettrice, come
le vitamine C, E e P, possono dare un valido aiuto. Bene anche praticare una
moderata attività fisica, che favorisce la vasodilatazione e quindi contrasta
la formazione dei geloni.
Dermocosmetici anti-gelo
Questi consigli
anti-freddo valgono per chiunque, così come quello di prevenire la secchezza
della pelle, specie del viso, con dermocosmetici adeguati alla stagione. A
cominciare dai detergenti. Non è corretto usare gli stessi prodotti tutto
l’anno.
D’inverno, quindi, bando
ai saponi troppo aggressivi, che impoveriscono ulteriormente la pelle di
lipidi; spazio, invece, a prodotti poco schiumogeni e oleosi. Un discorso
simile vale per le creme idratanti e nutrienti. In estate si possono usare di
norma creme più leggere ed evanescenti a base acquosa. Nella stagione fredda,
invece, occorre prevenire la disidratazione aumentando l’uso di creme nutrienti
e più ricche, come quelle da notte, con una base più oleosa e ad alto contenuto
di sostanze grasse. Quali? Ottime le cere e, appunto, le ceramidi, per
restituire alla pelle i lipidi di cui in questo periodo scarseggia.
Un altro consiglio doc
per difendere la pelle a tutto campo dalle aggressioni atmosferiche durante
l’inverno è quello di non trascurare la protezione solare.
Ormai è risaputo che anche nelle brutte giornate, la radiazione
ultravioletta solare passa attraverso la coltre nuvolosa e penetra
nell’epidermide danneggiandola, giorno dopo giorno. Nella stagione invernale, poi, il freddo, il
vento e i continui sbalzi termici favoriscono irritazioni, screpolature e un
inaridimento cutaneo generalizzato, che a loro volta aumentano la vulnerabilità
ai raggi solari, accelerando il foto invecchiamento.
Anche per questo tutte le creme da giorno di buona qualità oggi in
commercio contengono filtri solari. E se fino a poco tempo fa la maggior parte
conteneva un filtro con fattore di protezione 15, oggi la tendenza è quella di
aumentare ulteriormente l’SPF, arrivando fino a 20 o addirittura a 25.
Nessun commento:
Posta un commento