voler diventare genitori e non riuscirci
Che differenza c'è fra infertilità e sterilità, quando si può parlare di infertilità? Per un medico il
concetto di infertilità è diverso da quello di sterilità. La persona sterile
non raggiunge mai il concepimento dopo 12-18 mesi di rapporti non protetti. Si
parla di infertilità, invece, quando la donna raggiunge la gravidanza, ma perde
il bambino e poi non riesce più a concepire.
È vero che la funzione degli apparati genitali può essere
alterata non solo da malattie dei singoli organi, ma anche da fattori
psicosomatici, come lo stress, che va a ridurre la produzione di spermatozoi da
parte dei testicoli nell'uomo o a ritardare / bloccare la maturazione
dell'ovocita nella donna? Si, lo stress per esempio inficia la corsa degli
spermatozoi. L'ormone chiamato in causa è il cortisolo, che è quella sveglia
interna che ci fa aprire gli occhi alle 5 del mattino e che è responsabile di
un cattivo sonno, nonché di una cattiva vita sessuale e di una bassa fertilità.
Lo stress, poi, provoca un aumento della prolattina, che è l'ormone
dell'allattamento (cioè quello che porta latte alle mammelle), ma che quando
sale in altri momenti porta una difficoltà dell'utero a trattenere l'embrione.
Cause
di sterilità maggiormente diffuse nel mondo femminile
La causa dominante è l' età. Sono sempre più numerose le
donne che oltrepassano i 35 anni prima di pensare a una gravidanza, mentre il
potere fertile è massimo tra i 15 e i 25 anni. Quindi c'è prima di tutto un
fattore sociale.
Sul fronte medico, la maggiore responsabile è la policistosi
ovarica: l'Italia è un Paese dove domina l' ovaio policistico, cioè uno
squilibrio ormonale per il quale l'ovaio si trova in grande difficoltà a
produrre ovociti adatti alla fecondazione. Le donne che soffrono di questo
disturbo hanno cicli mestruali rari, mestruano una volta ogni 2-3 mesi e fanno
fatica a ovulare.
C'è poi l' endometriosi, un'altra frequente malattia, Il
segnale più tipico di questa patologia è il dolore mestruale. E' pur vero,
purtroppo, che alcuni casi sono silenti e che molte donne, se pur attente, non
hanno modo di accorgersene se non sottoponendosi a un'ecografia ginecologica.
E' una malattia subdola con scarsi segnali, e quei pochi (dolore mestruale)
sono spesso sottovalutati. In chi ne soffre l'endometrio, ovvero il tessuto di
rivestimento dell'utero, colonizza altre aree come le ovaie o le anse
intestinali, inducendo una sorta di mestruazione interna molto dolorosa e che,
alla lunga, va a danneggiare le ovaie.
Oltre a queste tre cause, ce ne sono altre meno frequenti,
come le cisti dermoidi o i fibromi uterini, che sono sicuramente strutture benigne,
ma che possono stravolgere la culla materna, rendendo l'utero un ambiente
inadatto al concepimento.
Ci
sono fattori di rischio da prendere in considerazione
Come nell'uomo, ci possono essere fattori di rischio
familiare, per esempio un'endometriosi che abbia già colpito una delle parenti
prossime, come una cugina o una sorella, o i fibromi, o ancora la menopausa
precoce. Occhio anche alla salute della tiroide, una ghiandola che può mettere
in grande difficoltà il concepimento
Quali
sono gli esami previsti per verificare la propria fertilità
Con grande spirito di sacrificio, spesso sono proprio le
donne le prime a sottoporsi agli esami di controllo. Innanzitutto si procede
con gli esami del sangue, per
verificare se la donna ovula bene: un primo prelievo va effettuato entro il 5°
giorno del ciclo (il 1° giorno corrisponde all'inizio delle mestruazione ), per
misurare le FSH, la prolattina
e i valori tiroidei.
Il secondo prelievo, da fare più o meno una settimana dopo
l'ovulazione per capire come la donna ha ovulato, va a verificare il
progesterone, cioè l'ormone più importante per la fertilità, e di nuovo la
prolattina, per capire quanto lo stress incida sulla fertilità.
L'altro esame indispensabile è quello delle tube, che possono essere
indagate non con la semplice ecografia, bensì con l'isterosalpingografia, un
esame un po' fastidioso fatto in radiologia: un catetere porta un mezzo di
contrasto a base di iodio dentro l'utero, che poi esce dalle tube. Una lastra
indica se queste ultime sono pervie, cioè aperte entrambe, e in quale posizione
si trovano, se raggiungibile da uno spermatozoo.
In alternativa, c'è l'isterosonografia:
il catetere porta dentro l'utero non un mezzo di contrasto, ma una soluzione
fisiologica sterile, che in caso esca dalle tube indica che sono aperte. Il
limite di questo esame è che non dice la posizione delle tube.
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