domenica 30 settembre 2012

VIDEO TUTORIAL MAKE UP

VIDEO TUTORIAL TRUCCO

HAIR STYLES VIDEO

VIDEO PIERCING NAILS

MODA:


Come Abbinare I Collant Colorati?
3 Consigli utili!



Chi ha detto che d'autunno bisogna rinunciare alla gonna? Questa stagione è perfetta per indossare gonne un po' più pesanti e abbinarle con collant di tutti i tipi per tenere le gambe al caldo.

Adoro i collant! Un paio di collant vivaci sono in grado di dare un tocco in più al proprio look, rendendo le gambe protagoniste assolute. Ma come abbinare i collant colorati? Ecco 3 dritte su come indossare i collant ad "alta definizione" con stile.

1. Inizia con Calma

Non hai mai indossato un paio di collant dai colori accesi? Allora non è il caso di metterti dei collant rossi e poi sentirti a disagio tutto il tempo.
Inizia con colori scuri, come il blu scuro o il verde profondo, per poi arrivare a tinte come il marrone, il verde chiaro, l'azzurro... E poi oserai sempre di più!






2. Il Colore? Solo Nei Collant

L'ideale è creare un abbinamento base, con colori scuri o neutri, dove saranno i collant a dare un tocco di colore. Questo ti permette di poter scegliere la tonalità di collant che preferisci senza dover pensare agli abbinamenti di tinte!

Un esempio? Vestitino nero alle ginocchia e scarpe nere, con collant fucsia. Poi puoi aggiungere un accessorio dello stesso colore dei collant, come la borsa o il cerchietto per i capelli.





3. Gioca con i Colori

Per allungare visivamente le gambe puoi indossare una gonna dello stesso colore dei collant oppure indossa un paio di calzature della stessa tonalità dei collant. Questi trucchi ti fanno sembrare più alta e longilinea!

Ricorda però che le tonalità devono essere quasi uguali o almeno molto simili, altrimenti rischi di sabotare l'effetto che vorresti ottenere.





L'ultimo consiglio  utile?

Scegli collant spessi e opachi, in modo che non si intraveda la pelle al di sotto. Così proteggono meglio le gambe, sono più belli da vedere e puoi metterli anche i giorni prima della ceretta, quando non sei depilata!

sabato 29 settembre 2012

IDEA PIERCING?



LA DECISIONE DI FARSI UN PIERCING:



L’idea

Una volta deciso di farsi un piercing, la cosa più importante è non essere frettolosi… i minorenni in particolare devono sapere che prima di ogni altra cosa devono parlarne con i genitori e solo dopo essere stati autorizzati potranno recarsi, accompagnati da loro, a farsi il piercing, muniti di documento d’identità che ne attesti i rapporto di parentela. Sarà altresì necessaria la firma di un modulo di autorizzazione da parte dei genitori stessi.




La scelta della parte del corpo ed il tipo di 

decorazione

La scelta della parte del corpo su cui farsi il piercing è libera (per i minorenni però deve essere sottoposta ad autorizzazione dai genitori). Il piercing può essere applicato generalmente ovunque, ma solitamente si preferiscono il lobo e la cartilagine dell’orecchio, il sopracciglio, il labbro, l’ombelico ecc…










































La scelta del laboratorio

I locali devono essere assolutamente sterilizzati almeno una volta al giorno… ovviamente è inutile sottolineare che non deve esserci presenza di animali e persone estranee all’attività svolta. La cassetta di sicurezza è obbligo e prerogativa fondamentale di questi locali, siano essi fissi o mobili (come per esempio stand in occasione di fiere o altre manifestazioni).





Gli strumenti devono essere assolutamente sterilizzati e ben conservati, così come gli oggetti utilizzati per le decorazioni, siano essi monouso o no.






Gli operatori autorizzati devono essersi sottoposti a vaccinazione contro l’epatite B ed il tetano e devono aver seguito e conseguito titoli di attestazione rilasciati dalla Regione, in seguito a corsi teorici e pratici. Devono indossare camici sterili e puliti nonché guanti monouso previo lavaggio delle mani dopo ogni trattamento. Eventuali ferite, tagli o abrasioni devono essere disinfettati e coperti per evitare qualsiasi contatto con gli strumenti di lavoro ed il corpo del cliente che si accinge all’applicazione del piercing. Infine devono consegnare un opuscolo (che il cliente provvederà a firmare) con l’informativa dettagliata di tutti i particolari relativi a questa pratica.

La prevenzione   

 Prima di praticarsi un piercing è bene vaccinarsi contro il tetano.
 Gli strumenti utilizzati per l’applicazione del piercing devono essere sterilizzati così come il monile per la decorazione che dovrà essere in acciaio chirurgico o oro 14/16 carati.        
L’operatore che applicherà il piercing dovrà indossare guanti monouso.-          La perforazione non dovrà essere effettuata con la pistola la cui sterilizzazione non è efficace.  
 Nella scelta della zona dove inserire il piercing, cercate di evitare quelle troppo delicate come capezzoli, lingua labbra o genitali.         
Pulire e disinfettare la zona dove sarà applicato il piercing. 
        
Fino a completa cicatrizzazione, il piercing non dovrà essere rimosso, onde evitare la chiusura del foro.-          Durante il processo di cicatrizzazione, la zona dovrà essere tenuta costantemente pulita e disinfettata per evitare l’insorgere di infezioni (nel qual caso sarà opportuno rivolgersi al proprio medico).

Chiedere la fattura

Prima di lasciare il laboratorio, non ci si può dimenticare di chiedere una fattura dettagliata della prestazione ottenuta… ci aiuterà a far valere i nostri diritti in caso di un futuro reclamo.



                                         esempio di fattura


Tempo di cicatrizzazione della ferita

La cicatrizzazione della ferita varia  secondo gli individui, ma comunque in generale la media dei tempi si può riassumere come segue:

·         orecchio (cartilagine)                8-12 settimane

·         orecchio (lobo)                           4-6 settimane

·         sopracciglio                                6-8 settimane

·         seno frontale del naso               6-12 settimane

·         narici                                           6-8 settimane

·         lingua                                           4-6 settimane

·         labbro                                          6-8 settimane

·         meno profondi                            4-6 settimane

·         più profondi                                3-6 mesi








 Cosa fare dopo aver applicato il piercing

Ciò che si raccomanda è l’igiene profonda del piercing soprattutto durante il periodo di cicatrizzazione…toccare il meno possibile la parte interessata e se proprio è necessario farlo, lavarsi accuratamente le mani.
In generale, chi decide di farsi un piercing, è bene che eviti il periodo estivo in quanto non si può metterlo a contatto con acqua salata o cloro della piscina, per tutto il periodo di cicatrizzazione.

Quali sono i rischi e le complicazioni in cui si può incorrere?

Allergie (a causa talvolta dei materiali scadenti utilizzati)

Alterazioni orali (inibizione della masticazione, rotture dentali, alterazione della produzione di saliva o, in casi più gravi, l’intorpidimento della lingua e contestuale perdita del gusto)

Cicatrici (a causa dell’inesperienza del piercer).

Emorragie (a causa di piercing applicati con poca attenzione in zone ad alto concentramento di vasi sanguigni).


Infezioni (causate da mancanza di igiene, le infezioni possono essere di tipo locale come herpes o papilloma, o di tipo sistemico come epatite B-C o addirittura Aids).
Traumi o lacerazioni (se applicati in zone del corpo molto delicate o soggette a sfregamento).

















                   
Quando è bene evitare l’applicazione del piercing?

In caso di qualsiasi malattia o infezione che debilita le difese immunitarie.
In caso di dermatite, acne (o trattamenti contro l’acne a base di isotretinoina), o tendenza a cicatrici cheloidali .
In estate in quanto l’acqua di mare o piscina potrebbe provocare infezioni. Durante la gravidanza. Quando si è minorenni. In caso di psoriasi, verruche, herpes o altre infezioni della pelle. In caso di assunzione di farmaci anticoagulanti. In caso di malattie del sangue, disturbi cardiaci, psichici o alterazioni di personalità.

venerdì 28 settembre 2012

LADY GAGA' PROFUMO:


 E' nero e si chiama Fame



Lady Gaga ha rivelato i dettagli di 'Fame', la sua nuova fragranza 2012. Il profumo è apparentemente 'nero come l'anima della celebrità, ma invisibile a contatto con l'aria.
Ha lanciato il profumo 2012 che porta la sua firma, 'Fame'. La popstar ha scritto su Twitter dopo che alcune immagini della fragranza erano già apparse online.
E ha pubblicato una foto del profumo - che si presenta come un liquido nero - e della sua scatola, con l'elenco degli ingredienti. Secondo il packaging, 'Fame' profumerà di: "lacrime di belladonna, cuore tritato di orchidea tigre con un velo nero di incenso, albicocca polverizzata ed essenze combinate di zafferano e gocce di miele".

Viene anche spiegato che il liquido nero diventa invisibile una volta spruzzato sulla pelle: "Primo nel suo genere, questo profumo è un'innovazione nella tecnologia dei fluidi. E' nero come l'anima della celebrità, ma invisibile a contatto con l'aria".


Insomma niente essenza di sangue e sperma, come era stato scritto tempo fa, ma una fragranza uscita dall'antro della strega cattiva, con un tappo-artiglio che sembra prometterti la bellezza e la giovinezza e che in realtà ti prosciuga il portafoglio.


giovedì 27 settembre 2012

MAKE UP:


Il fondotinta






Molte donne tendono erroneamente a pensare che il make up del viso sia unicamente costituito dal trucco occhi e dal trucco labbra. Nulla di più errato, visto che, come in tutte le cose, anche per il trucco una corretta base rappresenta quell’elemento fondamentale che può fare la differenza: riuscire ad ottenere un colore uniforme e liscio dell’incarnato, esattamente corrispondente a quello della propria pelle, è condizioni necessaria per dare luminosità all’intero viso, esaltando le particolarità come lo sguardo e le labbra. Proprio per questo motivo un cosmetico come il fondotinta riveste un’importanza cruciale ed è fondamentale riuscire a sceglierlo ed applicarlo in maniera idonea.








Cosa è e le caratteristiche di base

Il fondotinta è un cosmetico costituito da un’emulsione in cui sono dispersi pigmenti colorati in percentuale più o meno accentuata. Il suo scopo principale è quello di nascondere eventuali imperfezioni presenti sull’epidermide del viso, rendendo la pelle del volto più uniforme, compatta e luminosa.








In commercio esistono innumerevoli tipi e marchi di prodotto, qualitativamente più o meno validi: come possiamo orientarci in questo labirinto di cosmetici e come è possibile scegliere il fondotinta più adatto a noi e al nostro tipo di pelle?
Cominciamo col dire che i criteri che devono guidarci nella scelta di un fondotinta sono sostanzialmente due:   


  • Il colore 






 











  •  la consistenza







Per quanto riguarda il colore, se vogliamo ottenere un effetto davvero naturale, evitando colori troppo scuri che danno un effetto maschera o ci invecchiano di diversi anni ed evitando colori troppo chiari che ci farebbero apparire pallidine e malaticce, dobbiamo trovare il colore più simile al nostro incarnato. La nostra pelle appare, in genere, con una colorazione tendente al giallo o al rosa, per questo la scelta del giusto colore di fondotinta tenderà ad accentuare le nuances naturali della nostra pelle, esaltandone i punti di forza.

Consigli pratici: al di là degli aspetti puramente teorici, per effettuare la giusta scelta occorre seguire con attenzione una piccola prova pratica, stendendo un po’ di fondotinta sul dorso della nostra mano o nella zona della mascella più vicina al collo. Dopo averlo steso con attenzione, il prodotto che risulterà cromaticamente più simile alla nostra carnagione sarà quello più adatto a noi e da acquistare. Naturalmente è preferibile effettuare la prova sulla pelle non abbronzata per non falsare il risultato ottenuto.




























Per ciò che riguarda la consistenza del prodotto, possiamo dire che il potere coprente di un fondotinta vengono determinati dalla quantità di pigmenti colorati in esso presenti. In base a tale classificazione esistono tre tipi fondamentali di fondotinta:

  •     Cremosi
  •     Compatti
  •     Fluidi



Ognuno di questi prodotti presenta una texture differente e, per questo motivo, si adatta a determinati tipi di pelle, piuttosto che ad altri. Quanto più aumenta la consistenza e l’effetto matte e tanto più il prodotto diventerà adatto a pelli mano a mano più grasse. I fondotinta fluidi saranno, quindi, più idonei a pelli normali o secche che, necessitano, cioè, di una maggiore e costante idratazione. Un fondotinta dalla texture cremosa o compatta si adatta, invece, principalmente per pelli normali o grasse, visto che non accentuano ma smorzano il fastidioso effetto lucido tipico delle pelli grasse.






Ad ognuna, quindi, il suo fondotinta per armonizzare i lineamenti ed il colorito del proprio volto, esaltandone la naturale luminosità.



NEWS PIERCING:


piercing all'ombelico tutto quello 

che devi sapere...


Il piercing all'ombelico, chiamato anche navel piercing, è uno dei più famosi body piercing e viene eseguito perforando la parte superiore dell'ombelico e introducendo un gioiello a banana o un anellino nel foro ottenuto. Talvolta vengono forate anche la parte inferiore dell'ombelico o le zone laterali, ma questi piercing sono meno comuni






I dubbi che riguardano il piercing all'ombelico sono tanti: il piercing all'ombelico fa male? A cosa è paragonabile il dolore? Come va curato? Quanto ci mette a cicatrizzarsi? Quando si può cambiare il gioiello? Se anche tu hai qualche perplessità leggi il resto del post per chiarirti le idee e scoprire tutto sul piercing. Iniziamo dalla storia e dalla cultura del navel piercing: questo piercing è stato visto in mainstream per la prima volta sulla modella Christy Turlington, nel 1993, durante uno show di moda a Londra.




Il piercing all'ombelico è però diventato famoso grazie al video della canzone Cryin degli Aerosmith, dove la protagonista del video si fa forare l'ombelico.
C'è chi dice che questo tipo di piercing fosse praticato nell'antico Egitto come simbolo di regalità, ma non ci sono prove certe a supporto di questa teoria.





Come Viene Eseguito il Piercing all'Ombelico

Il piercing all'ombelico, che va fatto con l'ago da un piercer professionista e assolutamente non con la pistola, viene eseguito in maniera molto semplice e veloce.
Innanzitutto si disinfetta la zona e il piercer segnerà con un pennarello apposito il punto esatto da forare, che verrà concordato con il cliente. In seguito, la zona verrà pinzata con un forcipe, ovvero una speciale pinza dalle estremità piatte e bucate che anestetizza tramite la pressione. 







Poi il piercer eseguirà il foro con un ago cannula, un ago bucato all'interno.
L'ago cannula rimarrà nel foro per pochi secondi, e successivamente nel foro verrà inserito un gioiello ipoallergenico e sterilizzato che può essere a banana o ad anello.




Il dolore provato al momento della perforazione dell'ombelico è soggettivo, ma in genere può essere comparabile ad un pizzicotto di media intensità. Insomma, non è un dolore molto forte e dura pochi secondi.
Per quanto riguarda il dolore post piercing, la zona sarà dolente per pochi giorni (le prime notti è sconsigliato dormire sulla pancia), ma in seguito la situazione dovrebbe assestarsi. Anche in questo caso è individuale: c'è chi non sente nessun male fin da subito e chi invece patisce per qualche giorno, fino ad una settimana.

Cicatrizzazione


Il piercing all'ombelico guarisce e si cicatrizza fra i 3 e gli 8 mesi; si tratta infatti di uno dei piercing che ha bisogno di più tempo per cicatrizzarsi. Dipende da persona a persona e dalla velocità di cicatrizzazione di ognuno, ma i tempi indicativi sono questi. Anche la cura del piercing influisce sulla cicatrizzazione.




La Cura del Piercing


Per evitare infezioni o problemi, è molto importante curare al meglio il piercing all'ombelico. I luoghi comuni e i consigli poco attendibili sono sparsi ovunque nella rete, ma è bene affidarsi alle dritte giuste e non adottare i comportamenti sbagliati.

La cura del piercing all'ombelico si divide in due fasi: la fase per disinfiammare il piercing e la fase per farlo cicatrizzare. Durante la prima fase è importante igienizzare il piercing almeno due volte al giorno, mentre la seconda fase sarà meno delicata e dovrai soltanto fare in modo che la cicatrizzazione avvenga correttamente.

Ci sono tre regole d'oro per la cura del piercing all'ombelico:

  • Mai toccare il piercing con le mani sporche

  • Mai cambiare o togliere il piercing prima che sia cicatrizzato

  • Mai togliere un piercing che ha fatto infezione


Come va curato il piercing all'ombelico e con quali prodotti? Hai bisogno di due cose: un buon sapone antibatterico e una soluzione fisiologica di acqua e sale. Puoi farla tu con un cucchiaino di sale in acqua bollente o acquistare la soluzione fisiologica per le lenti a contatto.
Durante le prime settimane lava il piercing due volte al giorno con il sapone antibatterico e acqua tiepida: è normale che si formino alcune crosticine, che potrai rimuovere con un cotton fioc dopo che le avrai ammorbidite con acqua e sapone.
Puoi ruotare il gioiello durante il lavaggio, facendo penetrare il sapone antibatterico all'interno del foro per igienizzare e lasciandolo agire per qualche secondo. In seguito, sciacqua il piercing con cura e applica sul foro una garza imbevuta di soluzione fisiologica.
Dopo la prima fase potrai lavare il piercing solo una volta al giorno, giusto per mantenere la zona pulita. Non lavare il piercing più di due o tre volte al giorno, perché potresti sensibilizzare la pelle e la ferita.






E Se il Piercing all'Ombelico fa Infezione?

Non applicare creme antibiotiche o pomate disinfettanti se non è in corso un'infezione; nel caso in cui la pelle sia gonfia e arrossata e ci sia del pus che fuoriesce è bene consultare il medico per sapere come comportarsi. Se il piercing è infetto, il medico andrà ad agire con una cura antibiotica.
L'infezione si riconosce subito: la zona sarà molto dolorante e il minimo tocco ti farà saltare. Ricorda che è molto importante non togliere mai il piercing all'ombelico durante un'infezione, perché questo potrebbe provocare un ascesso a causa del pus che rimarrebbe all'interno del buco.


Quali sono i tipi di gioielli per il piercing all'ombelico?

I due gioielli più comuni sono l'anello e la barretta a banana. Le dimensioni della barretta a banana possono variare: la barretta standard è di 1.6 mm di larghezza, lunga dai 9 agli 11 mm. La barretta a banana si presenta leggermente incurvata, proprio come una banana, ed è studiata appositamente per la zona dell'ombelico.

Ecco alcuni esempi di Piercing:








































Questo è tutto ragazze,e fidatevi io l'ho è uno dei piercing meno dolorosi ma meglio se fatto in primavera o estate più la zona si lascia scoperta più guarisce in fretta! Ciao.

martedì 25 settembre 2012

CELLULITE:


Cavitazione medica ed estetica: come funziona?

Avete mai sentito parlare di cavitazione? Se soffrite di cellulite probabilmente sì, perché stiamo parlando proprio dell’ultima frontiera in fatto di lotta ai pannicoli adiposi ed in particolare della buccia d’arancia. 





Quest’ultima, lungi dall’essere semplicemente un inestetismo, è in realtà una vera a propria patologia chiamata pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica (PEF), legata ad un difetto della circolazione. Le cellule adipose non riescono più a metabolizzare i grassi, diventano ipertrofiche, in parole semplici gonfie, tanto che in fase avanzata l’aspetto della cute afflitta da cellulite è proprio caratterizzato da tanti “buchetti”. Con la cavitazione medica non solo si combatte la buccia d’arancia, ma si riducono tutti i cuscinetti adiposi che si depositano in alcune specifiche parti del corpo femminile, come l’addome, i fianchi, i glutei e le cosce. Vediamo di scoprire in cosa consiste questo trattamento estetico.




Quando si parla di cavitazione per ridurre in modo definitivo i pannicoli adiposi e gli accumuli di cellulite, si fa riferimento ad un vero e proprio fenomeno fisico applicato, in questo caso, alla medicina estetica. La seduta si effettua in uno studio medico (più avanti vedremo le differenze tra cavitazione medica e cavitazione nei centri estetici), dove un macchinario ad ultrasuoni, dotato di una manopola che lo specialista “passerà” sui nostri cuscinetti di grasso, provvederà ad innescare un processo di lipolisi, ovvero di scioglimento dei grassi sottocutanei.
Il macchinario invia sottocute ultrasuoni a bassa frequenza che in un primo tempo, per via del calore, aumentano la microcircolazione e fanno “gonfiare” le cellule adipose Successivamente le cellule adipose diventano più permeabili e cominciano ad oscillare, e per effetto della cavitazione vera e propria al loro interno si formano delle piccole bolle che, scoppiando, riescono a rompere la membrana cellulare, cosicché gli acidi grassi, o trigliceridi, fuoriescono e vengono metabolizzati dal fegato una volta che si incanalano nelle vie linfatiche.



Quali sono le differenze tra cavitazione medica ed estetica?

In molti Centri estetici troverete pubblicizzati dei trattamenti anti-cellulite che utilizzano proprio il meccanismo della cavitazione, ma in questi casi l’efficacia è inferiore. Il motivo risiede nel fatto che gli apparecchi omologati per questi istituti estetici utilizzano esclusivamente ultrasuoni a bassissima frequenza, che innescano un processo di cavitazione limitato a poche cellule, e quindi è utile per ridurre la ritenzione idrica e il ristagno intracellulare per un periodo limitato di tempo. Non si tratta, perciò, di trattamenti definitivi. Viceversa, sottoporsi alla cavitazione dal medico estetico vi permetterà di ridurre sensibilmente o eliminare del tutto i pannicoli adiposi dell’area del bacino, dell’addome e delle gambe (ma anche delle braccia), il tutto senza effetti collaterali. Ma tutte possono sottoporsi alle sedute di cavitazione?




Cavitazione medica: è adatta a tutti?

La cavitazione medica è indicata per persone in buona salute con adiposità localizzate in zone specifiche del corpo, soprattutto l’addome e cosce e glutei caratterizzati da cellulite. E’ indolore e non ha conseguenze evidenti, tranne, in qualche caso, per un transitorio edema nelle zone trattate.
 E’ sconsigliata, però, nei seguenti casi:

  1. Gravidanza
  2. Utilizzo della spirale contraccettiva (IUD)
  3. Malattie cardiache, renali e dell’apparato urinario, epatiche
  4. Cure antitumorali o terapie con farmaci antinfiammatori liposolubili
  5. Flebiti e connettivopatie, problemi nella coagulazione del sangue

Per ottenere risultati di lipolisi ottimali, si consiglia un ciclo di minimo 6 sedute (per un massimo di 10), una volta alla settimana. Ogni seduta dura dai 30 ai 90 minuti, a seconda della vastità dell’area da trattare. Successivamente, per agevolare il processo lipolitico, si effettua un lieve massaggio linfodrenante. 
Durante il periodo della cura, inoltre, è bene ricordarsi di bere tanta acqua e praticare un’attività sportiva moderata.
Per ora è tutto ciao alla prossima!

LE TINTE PER CAPELLI:


Tingersi i capelli in casa, tutti i segreti per un risultato perfetto!

Tingersi i capelli in casa propria è sicuramente una opzione che tenta molte donne, soprattutto in questo periodo di cupa crisi economica. Si tratta, in effetti di un bel risparmio, visti i costi di un trattamento professionale completo dalla parrucchiera, che se ben eseguito permette di ottenere dei risultati davvero molto buoni. Difficile, infatti distinguere tra una tintura casalinga ben fatta e una professionale, a meno che, naturalmente, non desideriate effetti particolari come i colpi di sole o le mesches. Per questo tipo di colorazione è sempre meglio affidarsi a mani esperte, se non si vuole rischiare di ritrovarsi con le chiome orribilmente multicolor!






Se, invece, il vostro scopo è semplicemente quello di coprire i primi capelli bianchi o di ravvivare il vostro colore naturale con un riflesso luminoso, allora potete tranquillamente provare a realizzare il vostro intento comodamente a casa vostra, acquistando una delle tante confezioni che si trovano sia in profumeria che al supermercato. A patto di seguire qualche regoletta!


 Vediamo tutti i segreti per una tintura fai da te perfetta


Partiamo con le tre differenti qualità delle tinte che potete trovare in commercio:
  •        riflessante (che vi permetterà di avere un bel riflesso carico che darà risalto al vostro colore naturale, ma che andrà via dopo qualche shampoo, può andare bene per un’occasione speciale)


  •          semipermanente (anche questa colorazione tende a scaricare dopo qualche settimana di lavaggi)


  •         permanente, sicuramente la più usata perché permea il capello proprio come le tinte professionali e copre i capelli bianchi. Queste ultime, anche se a volte le confezioni sono un po’ ingannevoli, contengono sempre sia ossigeno che ammoniaca, specialmente le colorazioni che vanno verso le nuances del biondo o comunque del cenere.




Tintura permanente, come scegliere il colore giusto

Diciamo che vogliate appunto effettuare una bella tintura permanente sulla vostra capigliatura, per la prima volta, come regolarvi? Intanto, scegliete una tonalità vicina al vostro colore naturale, e di circa due gradazioni più chiara rispetto al risultato che volete ottenere. Esemplificando, se desiderate dei capelli castano ramati, prendete la confezione che dice “castano chiaro ramato” o “biondo scuro ramato”. Se avete i capelli molto lunghi e molto folti, meglio acquistarne due confezioni e usarle tutte due interamente (mai conservare una boccetta di tintura a metà!!).





Tintura permanente, come applicarla

Veniamo alle regole per l’applicazione della tintura che avete scelto. Dovete munirvi di guanti in lattice (di solito sono inclusi nella confezione, ma noi vi consigliamo di acquistarne altri che siano della vostra misura) e un bel pennello per tintura. Nella scatola troverete due prodotti da emulsionare insieme in una boccetta con erogatore, che sarà quella che adopererete per stendere il colore sui capelli. Prima, però, di effettuare la tinta completa, se è la prima volta che adoperate questi prodotti, dovete fare un piccolo test allergologico, seguendo le indicazioni che sono presenti nella confezione stessa, per essere certe di non andare incontro a reazioni allergiche.







La tinta va applicata sulle radici dei capelli direttamente e ciocca per ciocca, e considerando che il tempo di posa è di circa 30 minuti, sono proprio le radici che dovranno stare più a lungo a contatto con il colorante. Una volta raggiunte tutte le aree della vostra testa, spennellando per bene in modo che il prodotto si disponga omogeneamente, potete procedere all’applicazione su tutta la lunghezza dei capelli, massaggiando e poi avvolgendoli in uno chignon fino alla fine del tempo di posa.
 Quando dovrete sciacquare, fatelo iniziando con poca acqua tiepida e massaggiando molto attentamente su tutta la testa, per eliminare qualunque residuo di tinta sul cuoio capelluto. Sciacquate poi a lungo tutta la capigliatura, e terminate l’operazione applicando il balsamo nutriente e fissa-colore che di solito è presente in tutte le confezioni, di tutte le marche migliori. 

Ora siete pronte per ammirarvi!